Gasparetto è in fuga grazie alle colline di casa
«Che scoperta la Maddalena: sembra facile ma...»
A due giorni alla conclusione delle Sfide del Corriere il nome da battere è Gioele Gasparetto, 25 anni, di Gassino. E’ lui il più veloce nella categoria uomini 18-34, candidato quindi alla vittoria assoluta. Ma neppure lui può sentirsi con i trofei in pugno: fino a domani a mezzanotte tutto è possibile e lui stesso potrebbe cercare di migliorare le sue performance.
«Essere davanti rende orgogliosi, e poi si tratta delle strade di casa: è bello percorrerle in un’altra veste», sorride Gasparetto, 26 anni a settembre, in tasca il diploma di geometra, meccanico di biciclette nell’officina di una grande catena.
Lui pedala sul serio da una decina d’anni: «Giocavo a calcio, poi mi sono stufato.
Mio papà andava spesso in bicicletta e mi ha prestato una sua vecchia bici. Ho iniziato così, nelle categorie amatoriali. Poi sono passato ai dilettanti, dove sono rimasto cinque anni.
Da quest’anno sono tornato amatore. Mi sto divertendo molto, non ci sono pressioni, mi godo la bici, i paesaggi e gli amici con cui pedalo».
Sul fronte dei modelli sportivi, Gasparetto non ha nomi precisi, ma un’idea chiara: «Apprezzo quegli atleti che non sono nati con il talento, ma lavorano tanto per migliorarsi. Alla fine, riescono a raggiungere i loro obiettivi».
Nel corso delle salite previste dalla competizione, qualcuna lo colpito più di altre:
«Alcune non le avevo mai fatte per intero, come la Maddalena. Quella che mi ha messo più in difficoltà è proprio la Maddalena: inizialmente sembra facile, con tratti in pianura e curve strette, ma bisogna saper dosare bene le forze. È lunga, serve energia». Le preferite, invece, sono più familiari: «Albugnano e Cinzano. Le ho fatte tante volte, sono affezionato».
A chi punta a migliorare il proprio tempo negli ultimi giorni, Gasparetto consiglia di restare lucidi:
«Metterci il cuore, tutta la forza che si ha, ma restare tranquilli. Se ci si agita troppo, non si riesce. I risultati arrivano se si resta calmi».