Tabasso rinasce dopo trent’anni
Coworking, mostre e due piazze
Il Comune l’acquistò nel ‘99. Dal primo intervento sulla palazzina degli uffici per ricavare biblioteca, archivio storico, Posta e caffè, sono trascorsi circa vent’anni: ora è stato approvato il progetto definitivo per una nuova porzione dello stabilimento, quella dal lato di via Vittorio Emanuele: si dovrà concretizzare entro fine 2027. Redatto dall’architetto Carlo Italo Zanotti dello studio torinese Artom & Zanotti, il progetto interessa solo parte del complesso dell’ex cotonificio tra via Vittorio Emanuele, via Giordano e corso Buozzi: altri tre blocchi di capannoni e il cortile oggi usato come parcheggio al momento non verranno presi in considerazione.
“E’ un passo rilevante per il più importante cantiere della nostra città, cofinanziato con risorse ministeriali – afferma l’assessora ai lavori pubblici Daniela Sabena – Il quadro economico complessivo è di circa 11 milioni: 7,8 statali, il resto comunali”. I prossimi passi saranno il progetto esecutivo (che sarà redatto dallo studio Battista, di Napoli) e l’inizio dei lavori, appaltati alla Arcas di Torino: il collaudo delle opere è previsto entro il 31 dicembre 2027. L’ex Casa Tabasso, affacciata su via Vittorio, avrà al piano terra spazi museali, mostre temporanee, una libreria, spazi per l’esposizione e degustazione di prodotti enogastronomici locali. Al livello superiore ci saranno spazi per enti di formazione professionale e, salendo ancora di un piano, aree per coworking e laboratori: tramite una rampa sarà realizzato un nuovo ingresso, con accesso diretto dalla piazza superiore.
“E’ stato un progetto più a togliere che ad aggiungere – considera il progettista – Riapriremo i vecchi vicoli inclusi nell’area della fabbrica, che trasformeremo in percorsi pedonali. Con l’abbattimento di un capannone otterremo due piazze su differenti livelli, collegate in vari modi”. I progettisti hanno anche scelto di mantenere luoghi ed elementi della memoria collettiva, come la ciminiera o la torre-serbatoio. Saranno invece abbattute le vetuste casette. Interviene Sabena: “Ai progettisti abbiamo fornito indicazioni specifiche per la progettazione esecutiva: gli spazi dovranno essere modulabili a seconda delle esigenze di chi li avrà assegnati tramite bandi. Gli impianti elettrici e di riscaldamento devono consentire una gestione flessibile, in un’ottica di risparmio energetico”.
L’intervento è complesso: i soli costi per la sicurezza dei lavoratori superano i 300.000 euro. “Nelle prossime settimane si rimuoveranno polveri e materiali in alcune aree interne e si demoliranno le caldaie – conclude Sabena – E’ un’attività propedeutica rispetto al cantiere vero e proprio, per un importo di 1,6 milioni a carico delle casse comunali”.