Un nido nella villa confiscata
La targa di Borsellino: "Chi ha paura muore ogni giorno"
PAVAROLO L’Araba Fenice è una realtà: il centro famiglia Araba Fenice è stato inaugurato, portanto a termine la sua conversione da casa sottratta dallo Stato alla criminalità organizzata. La sindaca Laura Martini ha portato a termine il progetto con una spesa di circa 200.000 euro, dopo che il Comune ha ricevuto la villetta di via San Sebastiano 21 dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati. Sono stati investiti 225.500 euro dal Pnrr e 50.000 dalla Regione.
L’ingresso sul lato del centro sociale
L’intervento è stato complesso, perché ha comportato il cambio di destinazione d’uso dell’edificio, e anche interventi di messa in sicurezza antisismica. Dall’ingresso più a valle si accede al “centro famiglia” che verrà gestito dal Comune e avrà un impiego polivalente: servirà per i giovani, per il Consorzio socioassistenziale e una volta alla settimana potrebbe ospitare un centro di assistenza fiscale.
L’ingresso al micronido è dal secondo piano che, a causa della pendenza della collina, è affacciato su una strada parallela a quella dell’accesso inferiore: qui ci sono anche un piccolo prato e un gioco da esterno.
La sindaca Laura Martini nell’area giochi
I bambini, che saranno al massimo 11, con età da 1 a 3 anni, entrano e si cambiano, poi accedono alla struttura: ci sono cuscini di varie forme che si prestano a essere collocati in vari modi per favorire il gioco, grandi tappeti e altre strutture per l’intrattenimento. Non ci sono spigoli vivi: i termosifoni sono ingabbiati, gli angoli delle pareti protetti da profilati di spugna.
Al primo piano ci sono le zone giorno, la cucina e l’area per fare la pappa – prosegue Laura Martini – C’è anche un ampio terrazzo con un magnifico affaccio sulla valle verso Pavarolo: lo attrezzeremo con un tendone che si possa stendere o ritirare secondo necessità, per consentire attività all’aperto”. Ora il Comune deve individuare l’ente a cui affidare la gestione del micronido.
L’inaugurazione Araba Fenice
Il 30 maggio, insieme al taglio del nastro, è stata inaugurata la targa dedicata al giudice Paolo Borsellino, assassinato a Palermo insieme alla sua scorta il 19 luglio 1992. La targa era stata consegnata al Comune due anni fa dall’assessore regionale alle politiche sociali Maurizio Marrone, e recita: “Chi ha paura muore ogni giorno. Chi non ha paura muore una volta sola”.