I ragazzi non si arrampicano più
La professoressa Colla lascia dopo trent'anni
Dopo più di 30 anni la professoressa Barbara Colla lascia la scuola secondaria di Villanova e va in pensione.
L’insegnante 65enne è entrata nel mondo della scuola alla fine degli anni ’80 in diverse scuole della provincia di Asti come insegnante di educazione fisica e successivamente anche di sostegno.
Tra la fine degli anni Ottanta e Novanta lavora anche in Zambia, nella scuola italiana di Lusaka, dove aveva seguito il marito in Africa per lavorare ad un progetto dell’Oms. Nel 1994 entra di ruolo a Villanova come insegnante di sostegno. Dal 2004 entra anche nello staff dirigenziale, come collaboratrice del dirigente scolastico.
Come è cambiata la scuola in questi anni? «Sono cambiate le famiglie, i ragazzi e le richieste della società quindi la scuola non può stare ferma – spiega la professoressa Colla – Ci sono cambiamenti normativi che sono rapidi ma poi applicarli nella realtà è complicato, ma alla fine l’obiettivo è il benessere dei ragazzi che alle medie sono ormai adolescenti, con le loro fragilità».
I ragazzi di oggi sono diversi rispetto a quelli degli anni Ottanta o Novanta? «Negli ultimi anni sono aumentate le famiglie difficili, il Covid ha dato un grosso colpo: ci sono esperienze sociali che i ragazzi avrebbero dovuto fare alla scuola primaria e che non hanno potuto sperimentare. Così arrivano alle medie con difficoltà relazionali e insicurezze: noi siamo figure di riferimento e abbiamo una grande responsabilità nell’aiutarli ad affrontare queste difficoltà».
Ad esempio? «Una volta andavano molto di più in bici, si arrampicavano sugli alberi. Ora molto meno. Questo porta alcuni dei ragazzi ad avere meno esperienze a livello motorio e lo si nota perché sono più impacciati negli sport».
Disagi a livello sociale che riguardano anche le famiglie: «Negli anni le reti sociali sono venute a mancare e ci sono difficoltà a collaborare e a fidarsi. Le famiglie spesso hanno difficoltà legate ai problemi economici e di lavoro, i bambini sono come spugne e assorbono le paure, anche inconsciamente».
Quali sono le sfide per la scuola di oggi? «Bisogna insegnare ai ragazzi a pensare con la propria testa e usare bene le nuove tecnologie. Sono bombardati da tantissime informazioni tramite internet e i social, devono imparare a distinguere le informazioni corrette da quelle che non lo sono».
Quali progetti ha per il futuro? «Spero di riuscire a fare dei viaggi. Ho una figlia che vive in Francia e voglio andarla a trovare più spesso e un figlio che diventerà papà, quindi farò anche la nonna».
Infine un consiglio ai giovani insegnanti: «Questo è un mestiere che si fa con passione ma richiede tanto studio, professionalità e formazione continua. Non c’è orario, ma è un’esperienza di vita bella e intensa».