I bambini, un tesoro di affetto
Andezeno
Enrico Bassignana  
1 Luglio 2025
In pensione Adriana Savarino, referente della materna

I bambini, un tesoro di affetto

Lascia in eredità la "scrivania del monsignore"

ANDEZENO La mano accarezza la superficie di vecchio legno: «E’ la “scrivania del monsignore”, me l’avevano regalata quasi quarant’anni fa le suore che gestivano l’asilo del paese, con l’impegno di conservarla al meglio. Non ricordo più il nome del monsignore, ma le suore la trattavano come se fosse una reliquia anche se, come mobile, il suo valore è modesto. Ora a mia volta la lascerò in eredità alle colleghe».

Parla la referente della scuola materna di via Cesole, Adriana Savarino: ha 66 anni e questo è il suo ultimo anno scolastico, dal prossimo andrà in pensione. Abita a Baldissero col marito Pierluigi Quaglia, che a lungo ha guidato lo scuolabus di Arignano. «Ho frequentato l’elementare a Pino d’Asti, dove abitavo, in una pluriclasse che aveva insieme gli alunni dalla prima alla quinta – ricorda – Poi le medie a Castelnuovo e l’istituto magistrale ad Asti». Subito dopo il diploma iniziano le supplenze: «Per due anni ho anche insegnato religione – ricorda – Nel ’92 sono passata di ruolo, e ho chiesto di essere assegnata ad Andezeno: all’epoca la preside era Liliana Viora».

In precedenza l’asilo era stato gestito dalle suore del Cottolengo, ed era in via Roma dove oggi c’è l’oratorio parrocchiale. Poi il Comune aveva acquistato dalla parrocchia il centro religioso San Rocco, in via Cesole e, quando le suore avevano lasciato il paese, aveva allestito lì la nuova scuola dell’infanzia, intitolandola a don Mario Bonetto, che era stato parroco di Andezeno tra gli anni ‘70 e ‘80. «I tavoli e le sedie dei bambini, gli armadietti dei vestiti sono ancora quelli del tempo delle suore: hanno quasi cinquant’anni e sono ancora in buono stato. Molti arredi che abbiamo comperato in seguito sono durati molto di meno».

In un arco di tempo così lungo, come ha visto cambiare i bambini? «Da una parte sono cambiati, perché fanno più fatica ad accettare le regole. Ma dall’altro sono i bambini di sempre, spontanei, gioiosi, che tanto affetto chiedono e tanto affetto danno. A volte penso che preferisco avere a che fare con loro che con gli adulti».

Lei ha in classe i figli di qualche suo allievo di decenni fa, e anche le sue colleghe sono giovani: che differenze ci sono tra voi insegnanti? «Quelle della mia leva hanno l’esperienza, le giovani hanno alle spalle una preparazione di tipo universitario, portano idee innovative e quindi per noi sono una ricchezza, si collabora molto bene. In ogni caso nel tempo il nostro lavoro è cambiato, abbiamo frequentato molti corsi di aggiornamento, oggi i bambini hanno a che fare con l’informatica, imparano qualche parola in inglese».

Adriana Savarino è appassionata di egittologia, ogni tanto va a visitare il museo di Torino accompagnata dall’egittologo trofarellese Franco Brussino. Ora potrà prendersi una soddisfazione: «Sarà la volta buona di fare un viaggio in Egitto. E poi ci sono tanti altri posti che vorrei visitare, in Italia e all’estero». La interessano le tradizioni e i vecchi racconti, compresi quelli che riguardano le storie delle masche.

Intando sta maturando un’idea: «Col professor Dario Rei stiamo pensando a un libro sulla storia di Pino d’Asti: sto raccogliendo dati sulla storia del castello…».