L’orto capace di curare
Economia
Enrico Bassignana  
2 Luglio 2025

L’orto capace di curare

Nutrilab mette assieme undici aziende del Chierese

Undici aziende del Chierese impegnate in una sfida: coltivare prodotti vegetali che non siano solo genuini ma aiutino anche a mantenere la salute o a contrastare le malattie, all’insegna della nuova disciplina della nutraceutica che, nel nome, mette insieme nutrizione e farmaceutica. In pratica si metteranno a confronto le coltivazioni tradizionali con altre a tecnologia avanzata (per esempio fuori terra), per capire in che modo si possano ottenere prodotti più ricchi di sostanze ad azione nutraceutica: la sperimentazione durerà tre anni.

Il progetto si intitola NutriLab ed è patrocinato dal Distretto del cibo Chierese-Carmagnolese: per sapere se si concretizzerà occorrerà attendere la fine di settembre, quando verrà comunicato l’esito del bando cui è candidato.

Il Distretto concorre anche a un altro bando, con un progetto per potenziare le filiere produttive locali e rafforzare i mercati e la vendita diretta al pubblico: anche in questo caso l’esito è atteso a fine settembre.

Il progetto NutriLab, con un finanziamento richiesto di circa 300.000 euro, si ispira al quadro delle politiche europee per l’agricoltura e l’alimentazione sostenibile: «Vogliamo realizzare un “Manuale di buone pratiche per la coltivazione, conservazione e valorizzazione delle proprietà nutraceutiche di alcune varietà selezionate” di frutta e verdura – introduce il coordinatore Davide Murgese – Regole per produrre cibo buono e sano, fornito da pratiche agricole a basso impatto ambientale. Non si tratta solo di agricoltura biologica, ma di alimenti che, oltre che nutrienti, siano curativi e prodotti in quantità adeguata, in modo che le aziende agricole abbiano guadagni congrui».

Le undici aziende selezionate, tutte nel Chierese, spaziano dalla orticoltura alla frutticoltura alla viticoltura: «In una prima fase, che prevediamo di sei mesi, selezioneremo le specie orticole e frutticole più adatte – prosegue Murgese – Poi, in parallelo a quella tradizionale, avvieremo la coltivazione con criteri nutraceutici, che saranno condensati nel “Manuale”».

Gli asparagi, per esempio, sono antiossidanti, antinfiammatori e diuretici. Sono un alleato per prevenire diverse patologie. Si potrebbe verificare se, con diversi criteri di coltivazione, queste caratteristiche potrebbero essere potenziate.

NutriLab è un progetto a cavallo tra ricerca di laboratorio e agricoltura in campo: «Per questo abbiamo previsto un partenariato ampio, a partire dal Centro Nazionale delle Ricerche, a Pisa, con esperti in nutraceutica: confronteranno i prodotti ottenuti con le due tecniche colturali, per verificare in laboratorio se l’approccio nutraceutico fa aumentare la quantità di sostanze benefiche».

La società SEAcoop curerà l’analisi della sostenibilità dei processi produttivi e dei servizi ecosistemici offerti dalle aziende, mentre la Fondazione Engim Piemonte e ScopriNetwork divulgheranno i risultati.

Il secondo bando, di 90.000 euro, è nell’ambito della “Cooperazione per i sistemi del cibo, filiere e mercati locali”: il gruppo di lavoro è coordinato da Elena Comollo, della Facolt di Pecetto, in passato assessora all’agricoltura a Chieri, e da Gabriella Marasco, del consorzio di cooperative agricole Finagro, che opera nell’ambito della formazione.

«Abbiamo intitolato il progetto “Un mercato oltre collina” – afferma Comollo – Parte da un concetto su cui il Distretto insiste parecchio: il nostro territorio è l’”oltre collina” rispetto a Torino, ed è nelle condizioni di fornire alla città prodotti di qualità elevata, che crescono entro un raggio di poche decine di chilometri». Tra i partner ci sono il Centro agroalimentare Torino, Turismo Torino, la Fondazione della comunità chierese e alcuni enti del Terzo settore.

«Nel Distretto operano associazioni che si occupano di singoli prodotti: alcune più strutturate, come la Facolt o l’associazione dei produttori di asparagi, altre che stanno nascendo, come quella per il pom d’Argnan, l’antica varietà di mela di Arignano. Grazie al bando vorremmo offrire una “cassetta degli attrezzi” comune per agevolare la gestione associativa da più punti di vista».

Ma non è l’unico obiettivo: «Vogliamo far nascere le “Vetrine del Distretto” per promuovere i nostri prodotti: abbiamo già avuto disponibilità di spazi da Stroppiana ortofrutta a Chieri e dal Pastificio Berruto a Carmagnola».

Sempre sul piano della promozione, si pensa di partecipare alle fiere locali, offrendo degustazioni gratuite in particolare a ciclisti e a camminatori: «L’idea è avere un occhio di riguardo per chi pratica sport, nell’ipotesi che si tratti di persone più attente alla forma fisica, dunque in grado di dare il giusto valore agli alimenti che la tutelano. Potrebbe anche nascere “Un mercato oltre collina” con i prodotti del Distretto, itinerante nei 28 Comuni del distretto».

Infine c’è la valorizzazione delle eccedenze: «Questi prodotti potrebbero essere destinati all’associazione Reciprocamensa per il consumo fresco o la trasformazione».

La partecipazione ai bandi è un segnale della volontà del Distretto di crescere sia nella sostanza sia nell’immagine: «Per questo motivo facciamo entrare nel Distretto aziende private, sono già una sessantina, ad affiancarsi agli enti pubblici – conclude il presidente Roberto Ghio – Vogliamo rendere più forte una struttura che si regge su tre pilastri: valorizzazione dei prodotti tipici, promozione del territorio e tutela dell’agroambiente».