Dalla grande ansia alla leggerezza
Scuola
Giorgia Bai  
4 Luglio 2025

Dalla grande ansia alla leggerezza

I migliori liceali del Classico del Monti di Chieri si raccontano dopo l'esame

Vittorio Vergnano

Vittorio Vergnano – 5°ªA Classico Monti – 100/100

È soddisfatto Vittorio Vergnano, 19 anni e casa a Chieri, che ha appena concluso l’esame di maturità « Le prime prove sono andate molto bene, nonostante il caldo e la mia naturale inclinazione a procrastinare», sorride.

Per il tema ha scelto una traccia argomentativa, «anche perché gli autori usciti nella traccia A non erano stati affrontati in classe» .

La costanza e l’impegno degli anni precedenti sono stati un’ottima base per la seconda prova, ovvero latino. «Per fortuna anche l’orale è andato bene, anche se le domande dei docenti esterni mi hanno colto di sorpresa».

Soddisfatto di aver scelto il liceo classico? «Questi anni mi hanno dato tanto, come la capacità di sviluppare e argomentare un pensiero critico. E poi ci sono stati momenti indimenticabili, come le gite in Grecia e alle Eolie».

Il futuro lo porterà all’Università di Torino, ma non a studiare Giurisprudenza seguendo le orme di papà, l’avvocato Filippo Vergnano, presidente del Fenera Chieri ‘76. «Mi iscriverò a Fisica, vorrei fare il ricercatore: il mio sogno è quello di scoprire qualcosa del nostro universo che ancora nessuno conosce ».

Cecilia Lamberti

Cecilia Lamberti – 5ªA Classico Monti – 100

«Prima degli scritti mi sono buttata a capofitto a ripassare letteratura per scegliere quel tema. Una volta viste le tracce ho però cambiato idea e ho scelto l’analisi della poesia di Pasolini. Solo quando ho finito mi è passata l’ansia».

Anche la seconda prova ha inizialmente messo nel panico la chierese Cecilia Lamberti: «Cicerone non era l’autore più rassicurante, ma alla fine si è rivelato più fattibile del previsto » . Poi l’attesa dell’orale, sfruttando ogni ora per ripassare al meglio.

«Quando è arrivato il mio turno, ho provato un’ansia fortissima

– ammette – Ma ero anche determinata a dimostrare tutto il mio impegno. I docenti mi hanno ascoltata e mi hanno fatto anche domande sulle mie passioni» . Il momento più bello? « Abbracciare chi mi vuole bene dopo l’orale e poi scoprire il voto» . Cosa porterai con te del liceo?

«Tante emozioni, esperienze, i rapporti sinceri costruiti in questi anni – racconta – Rifarei tutto, sbagli compresi. Le mie scelte mi hanno portata fino a qui e sono soddisfatta. E la maturità è stata speciale anche per il clima solidale tra i compagni » . Dove sarà il tuo futuro? «Mi iscriverò a Giurisprudenza, a Torino: vorrei diventare un magistrato o procuratore».

Gaia Alessandrini

Gaia Alessandrini – 5ª A Classico Monti – 96

«Il giorno prima della prima prova sono andata al concerto dei Pinguini Tattici Nucleari, prima dell’orale invece a sentire Willie Peyote: avevo ansia, ma ho deciso di non lasciarle troppo spazio» . Così Gaia Alessandrini, 18 anni, chierese – ha affrontato la maturità. Per la prima prova ha optato per la traccia A1, un’analisi testuale per cui la preparazione sulla parte d’italiano si è rivelata fondamentale, anche se, a primo impatto, nessuna traccia l’aveva entusiasmata. «Per latino mi sono allenata traducendo qualcosa ogni giorno – racconta – Ho fatto un po’ di tutto e alla fine è andata».

L’orale è andato altrettanto bene, nonostante le domande incalzanti dei docenti esterni. «Mi hanno messo davanti un documento su Conrad e il colonialismo: l’ho trovato stimolante, mi ha dato modo di ragionare».

Il momento più critico? «Quando ci hanno dato le tracce del tema e mi sembravano tutte lontane da ciò che avevamo studiato» . Il più bello? «Vedere il documento dell’orale e sentirmi a mio agio, e poi uscire. Ho provato una sensazione di liberazione ».

Cinque anni per costruire un metodo e imparare a studiare anche ciò che non le piaceva. «Le materie umanistiche non sono mai state la mia passione – ammette – Ma ho imparato ad affrontarle e apprezzarle comunque». Ora guarda avanti: vuole tentare l’IMAT, Medicina in inglese, al San Luigi di Orbassano. «Se non va, medicina in italiano. E se proprio devo dirlo… tornassi indietro non sceglierei il liceo classico. Ma oggi, tutto sommato, sono contenta di com’è andata».

Elena Bruno

Elena Bruno – 5ªA Classico Monti – 93

«Nonostante i consigli dei professori non si sa mai davvero cosa aspettarsi. Ma alla fine è andato tutto liscio» . Elena Bruno – 18 anni, chierese, racconta così il suo esame di maturità.

«Le prime prove erano quelle che mi preoccupavano di meno. I temi e le tracce proposte erano un po’ particolari, ma ho trovato nella versione di latino su Cicerone il tema dell’amicizia, una traccia stimolate, quasi bella da affrontare».

Diversa la sensazione per l’orale:

«Lì l’agitazione si è fatta sentire di più, dovendo ripassare tutto il programma. La mattina ero molto agitata, ma una volta entrata ho cercato di concentrarmi» . Riti portafortuna?

«La maglia bianca era d’obbligo Ma a fare la differenza è stato il sostegno delle mie amiche, specialmente il giorno

dell’orale ».

Il momento più bello è arrivato proprio alla fine: «Quella sensazione di leggerezza e soddisfazione uscendo dall’orale… è lì che ho realizzato di aver davvero chiuso un capitolo importante, dove siamo tutti cresciuti e cambiati’».

Per il futuro, Elena è ancora in fase e s p l o r a t i v a .

«Quest’estate mi preparerò per alcuni test di ammissione, ma devo ancora scegliere l’Università e quale sarà il mio cammino».

Aurora Fasano

Aurora Fasano – 5 ªA Classico Monti – 92

Per Aurora Fasano, diciottenne di Riva, la maturità non è stato un ostacolo improvviso, ma il naturale sbocco del suo percorso di studi.

«La versione e il tema sono esercizi che ho fatto dal primo anno, quindi mi sentivo pronta. Un po’ di ansia c’era ma nulla di esagerato».

L’orale è stato il momento più complesso: «Non tanto per le domande, quanto per l’attesa: ero molto agitata e mentre aspettavo non sapevo neanche più cosa ripassare e cosa fare. Quasi un senso di impotenza» . Il momento più bello? «Uscire dall’orale e sapere che era finita ».

Non è stato solo un traguardo: «In questi 5 anni ho imparato a relazionarmi con gli altri in contesti difficili, a gestire conflitti e tensioni rispettando le opinioni altrui, anche nel ruolo di rappresentante di classe. Porto con me la consapevolezza che l’impegno viene sempre ripagato e che bisogna accettare le cose così come vanno». Il prossimo passo sarà Ingegneria Informatica al Politecnico di Torino. «Nonostante non proseguirò materie umanistiche, il liceo classico mi ha insegnato il modo in cui rapportarmi allo studio e sono sicura che mi sarà di grande aiuto».

Giulia Monticone

Giulia Monticone – 5ªA Classico Monti – 90

La prova più temuta da Giulia Monticone, chierese, 18 anni, era latino, anche se alla fine si è rivelata quella in cui è andata meglio. «Nelle settimane prima ho cercato di prepararmi al meglio, studiando italiano e cercando di tradurre ogni giorno qualcosa per tenermi allenata».

Il vero banco di prova, però, era l’orale: «Ripassare sembrava non finire mai» . Nonostante la tensione, l’ambiente si è rivelato positivo e familiare.

«Con i prof ho sempre avuto un buon rapporto ed è stato così anche durante la maturità» . Il momento che non dimenticherai?

«L’uscita dall’aula, quando ho sentito finalmente di essere sollevata da un peso e ho abbracciato i miei amici».

E del liceo cosa ricorderai? «I compagni in classe, le amicizie nate nel tempo e i rapporti costruiti durante le gite».

Ora guarda avanti: dopo l’estate inizierà Global Low all’Università di Torino, cercando intanto di affiancare un lavoro per diventare più indipendente.

«Sono stati anni di grandi cambiamenti – aggiunge Ma non tornerei indietro. Sono contenta di come si è concluso tutto».