Boloca tra sogni e campetto
Calcio
Daniele Marucco  
5 Luglio 2025

Boloca tra sogni e campetto

Il calciatore chierese del Sassuolo ha un progetto per il suo quartiere, Le Maddalene

Spera di essere di ispirazione per giovani e bambini, facendo capire loro che si può sognare in grande anche se si vive in un quartiere popolare, ma allo stesso tempo desidera aiutarli concretamente e nei prossimi mesi farà costruire a sue spese un campetto in sintetico “tre contro tre” nel parco Levi, al posto del campo da bocce ormai da tempo abbandonato.

Daniel Boloca, centrocampista del Sassuolo neopromosso in serie A, è tornato alle Maddalene, quartiere in cui aveva vissuto da bambino e su cui oggi – che è diventato un calciatore affermato – vuole investire con nuovi servizi e far diventare il torneo di calcio a 5 “Boloca Street” un appuntamento fisso, rivolto soprattutto ai ragazzi.

Domenica è stato tutto il giorno in mezzo ai ragazzi, mentre sul rettangolo in cemento all’interno del parco si svolgeva il torneo che ha organizzato insieme al gruppo di ultras del volley dei Briganti, ad Absolute 5 e Ds Model.

«Questa era la terza edizione, ma tutto nasce da un’idea di Stefano Drazza, capo ultras dei Briganti – racconta il 26enne Boloca – Tre anni fa mi contattò perché voleva una maglia del Frosinone, la squadra in cui giocavo all’epoca. La mise in palio come primo premio in un torneo organizzato da loro. Allora pensai che anch’io avrei potuto organizzare qualcosa di simile, per essere di ispirazione e motivare i giovani».

Per Daniel, non doveva però trattarsi di una competizione nella quale agonismo e “sete” di vittoria avrebbero prevalso. «Il vero obiettivo è aiutare bimbi e ragazzi a credere nei propri sogni. Voglio far capire alle nuove generazioni delle Maddalene, che magari non mi conoscono, che con dedizione, lavoro, sacrificio e passione si possono raggiungere grandi traguardi, anche se si proviene da un quartiere popolare».

Boloca per raggiungere il suo sogno ha dovuto fare un giro largo che, dalle giovanili di Torino e Juventus con un breve passaggio nel Chieri, nel 2017 lo portò addirittura in Romania, Paese da cui provengono i suoi genitori. Poi tornò in Italia fra Romanese, Pro Sesto, Francavilla e Fossano. Finché venne notato dal Frosinone e sbarcò in serie B, campionato che vinse nel 2023. Quindi la chiamata del Sassuolo e il debutto in serie A.

«Da bambino venivo sempre a giocare nel campetto all’interno del parco Levi: in quegli anni era in cemento rosso e c’erano soltanto i canestri – riavvolge il nastro dei ricordi Daniel – La base dei canestri, che era di forma triangolare, la consideravamo la nostra porta e dovevamo segnare lì. Era un altro modo di giocare, tutto di precisione, ma ci divertivamo così».

Com’erano le tue giornate alle Maddalene?

«Io vivevo proprio davanti al campetto: o ero lì, o stavo sotto il palazzo, sempre con il pallone tra i piedi. A volte facevo due tiri o palleggiavo da solo, in altri momenti c’erano dei bambini miei coetanei. Ma che belle le sfide con i ragazzi più grandi, contro cui puntualmente perdevo. Sono stati per me di grande ispirazione, perché erano molto forti».

Il calcio riempiva le giornate al quartiere.

«Quando stai nelle case popolari significa che la situazione economica non è delle migliori. Allora cerchi qualcosa che ti faccia divertire e ti faccia passare il tempo. A me il pallone ha permesso di instaurare delle belle amicizie, che proseguono ancora oggi che sono via. I ragazzi con cui sono cresciuto li sento spesso al telefono e ogni volta che passo da Chieri, ci vediamo. Alle Maddalene mi sento a casa e amo venire a fare due tiri a basket o a calcio al campetto».

Il torneo “Boloca Street” è partito quasi per gioco, ma anno dopo anno sta crescendo e attira sempre più giovani. Quale sarà il futuro di questa competizione? «Mi prendo l’impegno di portarla avanti e mi auguro di organizzare molte altre edizioni – promette il calciatore – Vorrei che possa diventare un torneo soltanto per bambini e ragazzini, senza più far giocare gli adulti. Quest’anno ci siamo limitati a un piccolo triangolare, perché non mi va che giochino sul cemento: per i bimbi ci vuole un campo adatto».

Che però non c’è. Come farete? «Al posto del campo da bocce abbandonato che c’è all’interno del parco, realizzerò di tasca mia una “gabbia” in sintetico per partite tre contro tre. Quella sarà riservata ai bambini e lì faremo il torneo. Ho già parlato con il sindaco Sicchiero e mi ha dato l’autorizzazione».

Quando potrebbe essere pronta?

«Spero al più presto. Nelle prossime settimane sentirò progettisti e ingegneri per capire come fare, visto che anche i lavori saranno a carico mio. Non vedo l’ora di regalare questa struttura ai bimbi, perché loro sono fantastici e devono poter sognare in grande».