Fa discutere il “tavolo della cultura”
Don Gianni Sacchetti
Cultura
Enrico Bassignana  
5 Luglio 2025

Fa discutere il “tavolo della cultura”

La proposta di don Gianni Sacchetti su un coordinamento chierese divide le opinioni

Fa discutere l’idea di far nascere a Chieri un “tavolo della cultura” aperto a tutti gli enti e le associazioni che in città si occupano di conoscenza, nella sua accezione più ampia. La proposta parte da don Gianni Sacchetti, da trent’anni rettore della Confraternita della Misericordia, che ha sede all’Annunziata.

Tra i gruppi chiamati in causa, accomunati dalla volontà di prendere in considerazione il suggerimento, le reazioni sono differenti: chi è disponibile, chi sostiene che qualcosa del genere già esista, chi è deluso per aver partecipato in passato a esperienze analoghe.

La proposta del “tavolo” è il punto di arrivo di un ragionamento che parte dall’idea di povertà. Non solo quella del carrello della spesa, ma una più profonda povertà culturale. «I nuovi poveri sono le persone non capaci di accedere al sapere e dunque, sono schiave di chi può decidere che cosa e come comunicare».

Il mondo della cultura può contrastare tutto questo.

L’Annunziata lo fa con conferenze nella sua sala annessa al santuario con una sessantina di posti. ma da soli non si va lontano: don Sacchetti propone di unire le forze.

«Possiamo far nascere una rete tra chi, in città, si occupa di cultura, in senso ampio. Noi abbiamo una sala per le conferenze, attrezzata e capace di una sessantina di posti: siamo disponibili per metterla a disposizione di chi ne ha bisogno. Non ci proponiamo come coordinatori, crediamo si debba collaborare su un piano di parità, con lo scopo comune di tenere una luce accesa contro l’ignoranza».

Se la proposta susciterà interesse, sarà utile far nascere una cabina di regia, il “tavolo” appunto, che avrà un ruolo di coordinamento cui parteciperanno i rappresentanti degli enti e delle associazioni coinvolti.

Dario Franceschi, presidente di Carreum Potentia, è interessato: «L’idea è positiva perché nel nostro settore, anche se in modo informale, l’abitudine a collaborare ce l’abbiamo già. Bisogna però ricordare che ogni associazione ha un proprio specifico: il nostro, per esempio, è far conoscere a 360° la storia di Chieri e del suo territorio: quindi si tratterà di capire quali siano i punti di contatto, gli interessi comuni, e muoversi a partire da quelli» .

Ma c’è un altro aspetto su cui riflettere: «In ogni associazione c’è un numero relativamente ridotto di persone veramente operative: dato che si tratta di volontari, riflettiamo prima di dare a loro un altro incarico».

Secondo Agostino Gay, presidente della Compagnia della Chiocciola, un’entità come quella ipotizzata da don Sacchetti già esiste: «In sostanza è il gruppo di lavoro che ha dato vita alla StArt Gallery. Detto ciò, la proposta è comunque da valutare, ed è apprezzabile l’offerta di uno spazio per attività culturali che sia aggiunga alla disponibilità di locali comunali come la sala Chiosso o la biblioteca» .

Di qui nasce una proposta:  «Riflettere sul “tavolo”, per chiedersi chi potrebbe farne parte e per fare che cosa, ma a partire da ciò che già esiste, vale a dire le associazioni grazie alle quali è sorta la StArt Gallery».

Anche Donatella Bizzotto, presidente dell’Unitre, è già orientata alla collaborazione: «Proprio con don Sacchetti, in vista del prossimo anno accademico, pensiamo di far nascere un corso biblico, che si svolgerà nella sala dell’Annunziata. Con la Banca del Tempo, con cui condividiamo la sede, organizziamo invece le gite culturali».

E dell’idea di rendere più continua e strutturata questa collaborazione che cosa pensa? «Che se ne può parlare, ma dopo aver messo a fuoco tre aspetti: se davvero ce ne sia bisogno, che cosa potrebbe fare, se non si rischi di aggravare il carico di chi, già oggi, è molto impegnato per tenere in vita la propria associazione».

E’ dubbiosa la musicista Rita Peiretti, fondatrice dell’orchestra Accademia dei Solinghi: «Se l’iniziativa dovesse prendere corpo, parteciperemmo. Ma ho alle spalle un’esperienza analoga a Baldissero, dove si era tentato il coordinamento tra le associazioni del paese: s’era anche fatto un direttivo dei rappresentanti di ogni gruppo, ma poi in pratica ognuno aveva continuato a muoversi per suo conto».

Un incoraggiamento arriva da Vincenzo Tedesco, di Carreum Potentia, curatore dell’archivio storico della città: «L’idea che parte da don Sacchetti è da considerare in modo serio, perché la nostra città ha un immenso bisogno di essere sollecitata sul piano culturale» .

Cita un’idea di cui aveva discusso con Roberto Toffanello, altro appassionato di storia chierese: «Far nascere un “tavolo delle arti”, cui far sedere chi possiede beni culturali, le associazioni del settore, i professionisti spaziando dai bibliotecari agli archivisti, dai restauratori agli studiosi di storia».

Tedesco ritiene che ci si debba muovere in fretta, per due ragioni: «La prima è che la nostra città è piena di edifici antichi che si stanno sbriciolando, di patrimoni storici che rischiano di andare persi per sempre. Non è solo una questione di chiese o palazzi: quasi ogni mese, per esempio, mi imbatto in tematiche che chiamano in causa la fonderia Gambino, che aveva sede al Muré: ma quale sarà il destino di ciò che ancora resta, a livello di reperti concreti e di documenti d’archivio?».

C’è anche un allarme: «La fascia dai 20 ai 40 anni, che avrebbe cose da dire e facilità di apprendere, è quasi completamente disinteressata alle tematiche locali, culturali ma non solo».