Mais ringrazia la pioggia
Luisa Ferrero, vice presidente della Cooperativa agricola rivese
Economia
Enrico Bassignana  
15 Luglio 2025

Mais ringrazia la pioggia

Scampato pericolo per la mietitura di orzo e frumento

Oltre 60 millimetri di pioggia in meno di 24 ore: tanti ne ha registrati a cavallo tra martedì e mercoledì la capannina meteorologica del Centro di frutticoltura della facoltà di Agraria, a Cascina Grondana. Pericolo scampato per grano e orzo, una manna per il mais: questa l’immagine più attuale per riassumere lo stato della cerealicoltura nel Chierese. Ma sia per l’oggi sia per il futuro è sempre più l’acqua il fattore decisivo per avere raccolti soddisfacenti.

«Frumento e orzo sono stati trebbiati prima della pioggia, in condizioni ottimali, e anche gran parte delle rotoballe di paglia era già in cascina – segnala Luisa Ferrero, amministratrice delegata e vicepresidente della Cooperativa agricola rivese, che conta circa 300 soci tra gli agricoltori della piana – Orzo ce n’è poco, in termini di superficie: ha patito per l’inverno piovoso e poi non ha recuperato, arrivando a una resa media per ettaro piuttosto bassa, sui 50 quintali, pari a quella della scorsa annata, anch’essa insoddisfacente».

Per il frumento è andata un po’ meglio: «Anche qui abbiamo avuto semine tardive, poi ci sono stati un inverno piovoso e un maggio fresco, che ha risollevato un po’ le sorti: saremo sui 60-70 quintali/ettaro, meglio rispetto all’anno scorso quando aveva piovuto, al momento della trebpegnate biatura, e la resa era stata di 60 quintali, se non addirittura di 50».

Una segnalazione arriva da Coldiretti: «Rimane come sempre l’incognita prezzo per far fronte alle oscillazioni di mercato e tutelare gli agricoltori: l’obiettivo deve essere, tramite i contratti di filiera, quello di valorizzare al meglio le produzioni locali di grano, garantire una sempre più positiva remunerazione agli agricoltori e offrire completa tracciabilità e qualità ai consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti».

Del mais, che sta iniziando a fiorire, che cosa dire? «Direi “insomma…” – riprende Luisa Ferrero – Nel senso che era stato appena seminato quando c’è stato il mezzo allagamento del 17 aprile: ci sono state delle fallanze, qualcuno ha dovuto riseminare ». A vederlo così, dov’è cresciuto sembrerebbe bello: «Però consideriamo che, causa umidità eccessiva, l’accestimento non è stato ottimale, e proprio l’umidità ha favorito la proliferazione della nottua, un parassita dannoso quando è allo stadio di larva».

Poi le precipitazioni sono cessate: «E il terreno s’è chiuso come un marciapiede, con le piante impegnate a fronteggiare un caldo estremo e un’enorme escursione termica tra il giorno e la notte».

Però, adesso, ha piovuto: da Cascina Grondana segnalano 30,6 millimetri martedì e 31 mercoledì.

«Sì, ha piovuto un po’ dappertutto, da Pino Torinese a Castelnuovo a Poirino. I nostri sono terreni con una buona capacità di campo, per cui per un po’ di giorni potremo stare tranquilli. Poi più avanti bisognerà sperare in una pioggia “buona”, non un temporale che faccia sfracelli».

Quello dell’acqua, troppa o troppo poca, è il problema di sempre. «Però adesso si è aggravato, nel senso che in tema di gestione delle acque il nostro territorio ha un sacco di limiti». In che senso? « Nel senso che ci sono costruzioni che vanno a intercettare il normale deflusso dell’acqua, e creano le condizioni per allagare i campi a monte, con tutto ciò che ne consegue in tema di poter effettuare a tempo gli interventi colturali necessari» . Un esempio? «La circonvallazione di Poirino: è come se fosse una diga, ostacola il normale deflusso fino a Pessione, Riva, San Giovanni di Riva».

Ma non è la sola criticità: «C’è anche il problema della gestione dei fossi e dei rii, che non vengono tenuti in ordine. Così quando piove i terreni non scolano come dovrebbero, e i campi si allagano».