Lungo i sentieri dell’arenaria scavata
I paesaggi tra Moriondo e Moncucco e la leggenda della cappella sulla vetta
Partenza e arrivo: piazza Vittorio Veneto, Moriondo
Percorrenza: 7 km
Tempo di percorrenza: 2 ore e 15’
Dislivello in salita: 171 metri
La partenza è da piazza Vittorio Veneto, a lato del municipio: dal lato opposto della provinciale che scende a Castelnuovo c’è un ampio piazzale dove parcheggiare l’auto.
Si imbocca via Matta nei pressi della “fontana della Concordia” col caratteristico mascherone (acqua non potabile), si supera l’edificio della scuola elementare e si arriva sul sagrato della parrocchiale di San Giovanni Battista, su cui si affaccia anche il castello con la caratteristica torre a guardia dell’ingresso.
Si prosegue su via Parrocchia fino a imboccare via San Salvatore che in discesa costeggia la recinzione del castello: se ne stacca una discesa sterrata (sentiero n° 180 della Collina Torinese), seguita da una salita che conduce alla cappella del Divin Salvatore.
Il piccolo edificio, cui è intitolata la festa patronale del paese, sorge in una posizione incongrua, su un bricco in mezzo ai boschi con un panorama a 360°. Narra la leggenda che i moriondesi avrebbero voluto costruire la cappella ben più vicina al paese: ma ogni volta che ammucchiavano il materiale da costruzione nei pressi della strada lo ritrovavano l’indomani in cima alla collina.
Un intervento di evidente origine soprannaturale, che la gente dell’epoca interpretò come segno della volontà divina a proposito del luogo dove erigere la costruzione.
Superata la cappella il sentiero prosegue in direzione Castelnuovo: si abbassa fino alla strada provinciale, che si attraversa prima del bivio per Lovencito. Si prende poi la strada asfaltata, poco frequentata, che dopo alcuni tornanti porta a Lovencito, una delle due frazioni di Moriondo (l’altra è Bausone). In centro al paese c’è la chiesa di San Grato: poco oltre c’è il cimitero, con uno spiazzo con una suggestiva vista panoramica sulle colline.
Si prosegue sulla via principale, si costeggia una parete in arenaria in cui in passato sono stati scavati locali che i contadini usavano come deposito, e poi ci si tiene sulla strada sul crinale, molto panoramica sia in direzione Moriondo sia verso Castelnuovo e Albugnano.
Nell’ordine si incontrano la chiesetta di San Rocco, il pilone di Sant’Andrea e la cascina Palazzotto (superata la quale, sulla sinistra, c’è una variante verso cascina Arestano che consente di abbreviare leggermente il percorso).
Proseguendo diritti, si arriva in cima a una piccola salita, che è il punto più alto del tracciato: di qui la vista è particolarmente suggestiva, soprattutto nelle giornate terse (ottima la vista sulla canonica di Vezzolano).
Più avanti il sentiero inizia a piegare a sinistra, fino a incrociare il sentiero 172 che porta alla vicina cava di gesso di Fontamara. Si ignora la deviazione e si punta a sud, per la strada del rientro.
La strada continua a tenersi su un crinale, ma sul versante opposto rispetto a quello percorso in precedenza. Si raggiunge la località Briano (qui c’è un brevissimo tratto asfaltato) poi, arrivati a un incrocio, si ignora la deviazione sulla destra e si prosegue diritti, in direzione del Bric Vione che si supera poco sotto la cima (che resterà sulla destra).
La strada inizia a scendere verso la provinciale Moriondo-Moncucco (che costeggia per un breve tratto) e poi arriva nei pressi del cimitero di Moriondo. Di qui si imboccano via San Giovanni e poi via Roma, arrivando in breve al termine del percorso.