Echi di Genesis e Pfm
Massimo Maffei con la chitarra
Cultura
Riccardo Marchina  
12 Settembre 2025

Echi di Genesis e Pfm

Lo scienziato Massimo Maffei lancia un EP

Ci sono echi di mostri sacri come i Genesis, la Pfm, i Procol Harum, ma non solo. E’ facile capire che Massimo Maffei fosse un ragazzo, quando loro creavano pezzi rimasti nella storia. Adesso è lui a mettersi alla prova: lancia un EP (Extended Play), formato musicale che si colloca tra il singolo e l’album.

Un volto diverso rispetto al Maffei scienziato di valore internazionale nella biologia vegetale. Ogni brano è un frammento di vita, un’epoca vissuta, un sentimento provato. Il titolo è Max4U-ONE, ovvero “Massimo per te, primo volume” Una raccolta di sei brani, soprattutto strumentali, che si può ascoltare su YouTube e scaricare dalle principali piattaforme online: da Spotify ad Amazon, passando per TikTok. E’ distribuito su circa 50 piattaforme. «Quasi tutti i brani hanno un testo, ma non ho ancora trovato le voci giuste per interpretarli – rivela lo scienziato chierese – Però ho voluto renderli pubblici lo stesso». Maffei scrive musica da quando aveva 14 anni e non ha mai abbandonato questo hobby.

Non ha mai pubblicato i suoi brani.

Perché l’ho sempre fatto solo per piacere. Poi, negli ultimi tempi, molti amici mi hanno caldeggiato a rendere disponibili le mie opere, a farle conoscere

Le sue atmosfere rimandano alle radici del rock, tra gli anni Sessanta e Ottanta. I Procol Harum, la PFM, dei Genesis…

Lo riconosco. Anche perché ricorro parecchio all’organo Hammond di sottofondo. Il mio lavoro esplora più generi, ma viaggio tra le radici del rock progressive, con arrangiamenti in linea con il sound attuale. Ad esempio, il brano “Giurami” ha un ritmo attuale. Ma è venuto così. A mio avviso, la musica è un fatto personale, deve essere spontanea.

Non teme di essere etichettato come un po’ vintage?

Su certi brani forse sì, ma sono interessato ad esprimere me stesso. E il mio vissuto ha anche questo percorso. Poi, se ci sarà anche qualcuno che li troverà interessanti, mi farà piacere, ovviamente.

Cosa raccontano i suoi testi?

Spazio dalla vita di tutti i giorni, dal meditare al divertimento, alle storie raccontate. Come in “Spaventapasseri”, che ho scritto diversi anni fa. Lo spaventapasseri identifica la solitudine, quella che può diventare contagiosa. Difatti chi osserva diventa l’osservato.

Ci sono anche brani meno impegnati… “Marimba”, la prima traccia, è da ascoltare e da ballare. Il brano suggerisce che la musica è anche distrazione. “Ciao come stai” è forse più melodico.

Capita che quando compongo, mi immagino qualche personaggio celebre che li interpreta. In questo caso ho pensato a Zarrillo. Nelle parole il richiamo è molto allo stile dei Banco del Mutuo Soccorso, ma compongo come sento, e questo disco ripercorre parte della mia storia, che ha radici lontane.

Di cosa si sente più soddisfatto: la musica o le parole?

Sono un compositore, quindi nella musica. Credo che di veri cantautori che fanno bene entrambe le parti ne esistano pochi. Anzi. Questa pubblicazione vuole anche essere un invito: qualora ci fosse qualche paroliere che volesse cimentarsi o consigliarmi sui testi… Lei suona chitarre e tastiere.

Sì. Preferisco non cantare i miei brani ed è per questo che sono alla ricerca di voci. Per ora ne ho trovate due interessanti. La prima è Rebecca Penzo, una giovane e promettente cantante. La seconda è quella straordinaria di un altro ex cambianese come me, Valentino Pavin, una voce eccezionale.

Rotti gli indugi, questo Ep non sarà l’ultimo.

L’intenzione è di pubblicare altri brani del mio repertorio, ma con calma. Adesso vediamo come andrà.